Prevenzione
Alcuni semplici accorgimenti possono risultare importanti nel limitare l’evoluzione del danno articolare e nel ridurre la sintomatologia in corso di artrosi.
Tali misure debbono essere valutate per ogni singolo caso in rapporto alle condizioni generali del paziente, alla localizzazione e gravità della malattia.
Riduzione del sovrappeso corporeo
L’obesità rappresenta un fattore predisponente ed aggravante di molte forme di artrosi in virtù del sovraccarico funzionale che impone alle articolazioni portanti.
Una graduale riduzione del peso corporeo in rapporto all’età, alle condizioni generali del soggetto e alle eventuali patologie associate, è indispensabile per non vanificare gli effetti di altre terapie.
Correzione di eventuali alterazioni metaboliche
È opportuno accertare l’eventuale presenza in ogni paziente artrosico di diabete mellito, di alterazioni del metabolismo lipidico e di iperuricemia, provvedendo poi attraverso il trattamento dietetico e/o farmacologico alla loro correzione.
Correzione di eventuali disturbi vascolari
Un’insufficienza del circolo venoso refluo degli arti inferiori si associa frequentemente ad artrosi del piede e delle ginocchia. Tali disturbi del sistema venoso devono quindi essere individuati precocemente e trattati adeguatamente in rapporto alla gravità del quadro clinico.
Adozione di posture idonee diurne e notturne
Una corretta posizione del corpo durante il sonno si ottiene dormendo su di un materasso o su di un letto rigido ed utilizzando un guanciale basso.
Durante il riposo è consigliabile la posizione supina o laterale, mentre deve essere evitata la posizione prona che tende ad accentuare la lordosi lombare ed obbliga alla rotazione forzata persistente del collo.
La mattina, per infilarsi le calze, ricordarsi di stare seduti, mantenendo la schiena ben dritta.
Una corretta posizione seduta si ottiene se si usa una sedia rigida in modo che la colonna vertebrale aderisca completamente allo schienale (posizione a 90°). Devono essere inoltre evitati i sedili troppo bassi.
Alla guida dell’automobile è bene sedersi il più possibile vicini al volante in modo da tenere gli arti inferiori flessi. Il collo e il dorso vanno appoggiati allo schienale evitando di piegarsi in avanti.
Quando cade un oggetto a terra o si deve sollevare un peso dal suolo è opportuno flettere leggermente le ginocchia e non la colonna.
È buona regola evitare la posizione eretta prolungata mentre è raccomandabile cambiare spesso posizione sia durante le ore lavorative che nei momenti di riposo.
In ufficio, considerato il tempo che si trascorre lavorando, l’ideale sarebbe una sedia ergonomica e un poggiapiedi.
Davanti allo schermo del computer il collo non va incassato tra le spalle, né tenuto proteso in avanti come normalmente si tende a fare.
Nell’artrosi delle mani ogni attività che comporti rischi di microtraumi, insulti termici o contatto con acqua dovrebbe essere svolta utilizzando guanti di cotone, protetti da guanti di gomma lunghi.
Nel caso di localizzazioni a livello del piede dovrebbe essere evitato l’uso di calzature a punta e con tacchi alti.
Non tutti gli sport fanno bene soprattutto alla schiena. L’unico veramente indicato per la prevenzione e la cura delle patologie legate alla colonna vertebrale è il nuoto.
L’esercizio fisico è consigliato per tutte le forme di artrosi perché mantiene movimenti ampi delle articolazioni, contrasta le deformazioni favorite dalle cattive posizioni e rinforza i muscoli vicini alle articolazioni. Ottimi sono anche lo streching e lo yoga.
I microtraumatismi cronici, che si susseguono durante le normali attività quotidiane, svolgono un ruolo importante nell’insorgenza e nell’evoluzione delle lesioni degenerative e nelle manifestazioni cliniche dell’artrosi.
Un’adeguata protezione delle articolazioni maggiormente esposte si può ottenere tramite alcuni provvedimenti ortesici:
- Ortesi;
- Collari;
- Busti, corsetti semirigidi, corsetti gessati;
- Apparecchi gessati, docce, ecc.;
- Bastoni semplici, stampelle;
- Girelli;
- Tutori;
- Apparecchi per trazione.
Le ortesi possono essere prescritte solo dopo un’attenta valutazione clinica con definizione dello stadio della malattia; devono essere concepite e modellate in funzione di ciascun paziente dopo indagine accurata sulla disponibilità psicologica del malato ad accettare questo tipo di presidio terapeutico.
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