Classificazione
L’importante componente flogistica nell’evoluzione del processo artrosico ha indotto gli Autori anglosassoni a preferire il termine di osteoartrite a quello tradizionale di osteoartrosi o di artrosi.
Gli Autori italiani preferiscono, invece, continuare ad usare il termine osteoartrosi o artrosi per evitare confuzioni con l’artrite reumatoide o con altre forme di artrite.
La classificazione più comunemente usata distingue un’artrosi primaria, legata ad un’alterazione metabolica primitiva della cartilagine articolare, e un’artrosi secondaria, in cui un evento o una malattia nota sono correlati con la patologia e in cui il processo degenerativo è in rapporto a fattori estrinseci alla cartilagine.
Artrosi primaria
Può essere localizzata o generalizzata e viene ulteriormente suddivisa in base alla localizzazione anatomica.
La malattia può virtualmente colpire qualsiasi articolazione: ginocchia, spalle, anche, piccole articolazioni delle mani (in particolare le interfalangee distali e la carpo-metacarpale del 1° dito), i tratti cervicale e lombare della colonna vertebrale, e i dischi intervertebrali, mentre meno spesso sono colpite le interfalangee prossimali, le articolazioni del piede e raramente i polsi.
La forma generalizzata prevede l’interessamento di almeno tre delle articolazioni sopra citate.
Artrosi secondaria
Viene suddivisa in base ai fattori eziologici o alle malattie associate.
Vi sono molte condizioni genetiche, traumatiche, metaboliche, endocrine e infettive che possono portare a quadri di artrosi secondaria.
Vengono interessate diverse sedi articolari in rapporto a fattori causali differenti (ginocchio varo, sublussazione congenita dell’anca, ecc.).
Un caso particolare è costituito della discoartrosi, denominata anche artrosi del rachide.
Una classificazione così semplice e schematica può tuttavia non essere del tutto corretta, poiché esistono potenzialmente delle correlazioni e delle interferenze dell’artrosi secondaria nell’ambito delle cosiddette forme primarie.
Il concetto di artrosi intesa non come un processo morboso singolo, ma piuttosto come un insieme di sottogruppi è sostenuto non solo dell’eterogeneità delle condizioni - che possono dare luogo ad un’artrosi secondaria - ma anche dall’esistenza di varianti di artrosi primaria che sono sufficientemente diverse (per caratteristiche cliniche, radiologiche ed anatomiche) da poter essere considerate come complessi sintomatici ben distinti l’uno dall’altro.
Quando si constata che patologie molto diverse possono determinare l’insorgenza di un’artrosi, si è senza dubbio portati a pensare che non esista l’artrosi o alcune forme di artrosi, ma una “sindrome artrosica” che esprime la risposta della cartilagine ad una serie molteplice di stimoli e di noxe patogene.
Una più corretta classificazione della malattia sarà realizzabile solo quando le conoscenze sull’eziopatogenesi e sui quadri clinici di questa affezione saranno ulteriormente progredite.
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